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    (itinerari storici, culturali a Lizzano In Belvedere)
     Sentiero dei Sette Casoni

    Contatto: IAT Lizzano in Belvedere 0534/51052 - IAT Vidiciatico 0534/53159
    Piazza Marconi, 6 40042 LIZZANO IN BELVEDERE BO
    Tel. 0534/51052 - 0534/53159
    iat.vidiciatico@comune.lizzano.bo.it , iat.lizzano@comune.lizzano.bo.it   http://www.parks.it/parco.corno.scale/iti_dettaglio.php?id_iti=1926  


    La mulattiera che conduce a Pianaccio ha ancora tratti lastricati e lambisce porzioni di castagneto con esemplari di notevoli dimensioni. Tra i castagni e qualche abete rosso si incontra un bell'esempio di casone (metato) ben conservato, con una nicchia sull'ingresso che un tempo custodiva un'immagine sacra.
    Durata: 2 h - Difficoltà: media
    Lizzano in Belvedre - Strada comunale Vidiciatico/Lizzano - Percorso CAI 125 - Lizzano in Belvedere
    Il percorso (CAI 125B) parte dalla strada panoramica che collega Lizzano in Belvedere con Vidiciatico. Si sviluppa a mezza costa sul versante nord di Monte Pizzo con dislivello minimo fino ad incrociare il percorso CAI 125 e scendere nuovamente all'abitato di Lizzano. Lungo questo sentiero sono situati sette casoni: sono i metati, denominati localmente "casoni", ossia costruzioni in pietra dove erano essiccate le castagne che in seguito venivano portate al mulino per ottenerne farina, prodotto meglio conservabile e maggiormente versatile nell'utilizzo in cucina. Il "sentiero dei sette casoni" riveste un'importanza storico-culturale fondamentale in quanto la castanicoltura, fino a pochi decenni fa, era una delle principali attività per gli abitanti del Comune di Lizzano in Belvedere. Al castagneto venivano prestate le cure colturali di un frutteto; anche il sottobosco veniva costantemente ripulito per facilitare la raccolta delle castagne e mantenuto inerbito, per evitare fenomeni di erosione superficiale. Tutti i popolamenti a dominanza di castagno oggi presenti nel parco derivano da un'azione antropica mirata esclusivamente alla coltura di varietà da farina (come: Pastanesa, Lòiola, Sborgà). Il sentiero che collega i vari casoni era in origine una piccola mulattiera, in quanto l'impervietà dei versanti e la zona poco agevole non hanno reso possibile la realizzazione di un'adeguata viabilità forestale in grado di facilitare il trasporto di mezzi, uomini e castagne.
    Il primo casone è forse il meglio conservato e conserva un tavolino e sedie in pietra nella parte anteriore.
    Canale Youtube del Parco del Corno alle Scale

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    Informazioni a cura della Redazione dell'Appennino Bolognese
    Ultimo aggiornamento: 24/08/17     (NewsID: 15281)
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